Come ogni anno in questo periodo, Splashdata pubblica la classifica delle peggiori password. Nel 2019 regna ancora 123456.
Malgrado qualsiasi tentativo da parte di appassionati ed esperti di spiegare quanto è importante la sicurezza, le persone usano ancora le peggiori password possibili.
A dimostrarlo, come ogni anno da quasi un decennio, Splashdata che a fine anno pubblica la sua classifica delle password peggiori che le persone usano.
Come è realizzata la lista delle peggiori password di Splashdata
Splashdata, che in realtà è il vecchio nome di TeamsID, si occupa di sicurezza da molti anni; la classifica delle peggiori password del mondo è ottenuta in modo molto semplice, raccogliendo gli elenchi pubblici di password rubate e mettendo a confronto quelle più comuni.
I vincitori di questa classifica sono ovviamente le password assolutamente sconsigliate, che non dovremmo usare nemmeno per il salvadanaio dei bambini.
L’elenco delle password più deboli
Eppure dalla classifica emerge come moltissime persone usino ancora password deboli, scontate e facili da indovinare. Ecco le prime dieci, mentre l’elenco completo è visibile a questa pagina.
123456
123456789
qwerty
password
1234567
12345678
12345
iloveyou
111111
123123
Come tutti gli anni, l’azienda ha preparato anche un simpatico video per presentare la nuova classifica.
L’aspetto più preoccupante di questa lista è che le password in questione sono raccolte per frequenza d’uso, cioè per numero di volte in cui ricorrono nei quasi cinque milioni di password che vengono analizzate ogni anno.
Il dato che ci dovrebbe preoccupare, insomma, è la quantità di persone che, nonostante gli sforzi delle diverse aziende, utilizza ancora password estremamente poco sicure, rischiosissime per la tutela dei dati e della privacy.
Le password non sicure sono un problema reale
Purtroppo nessuno può “costringerci” a utilizzare password di particolare complessità. La buona notizia è che gli strumenti che usiamo tutti i giorni si stanno attrezzando per ricordarci sempre più spesso l’importanza della nostra sicurezza. E’ il caso, per esempio, di Google Chrome, che nell‘ultima versione include proprio uno strumento che ci avvisa se le nostre password sono compromesse.
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